venerdì 7 ottobre 2011

Un giorno da motociclista

La giornata perfetta per un motociclista non inizia quando la mattina si sveglia e mette su la tuta.
Inizia prima..il giorno prima..una settimana prima, quando trepidante si mette d’accordo con gli amici per un giro, un viaggio, un esperienza nuova da vivere con dei compagni che diventeranno fratelli.
Si vede lo scintillio negli occhi di chi propone, l’emozione che sale nella voce,il pregustarsi momenti unici e indimenticabili, e la delusione di chi invece per qualche motivo deve rifiutare causa lavoro, famiglia tempo.
La sera prima della partenza arriva, eccitamento mischiato ad ansia ti tiene sveglio anche se dopo ti imponi di entrar nel mondo di Morfeo. Ti sarà utile il giorno successivo esser riposato e in forma.
Come ogni giorno i raggi del sole fanno capolino nelle stanze, la sveglia suona, l’eccitazione è già al massimo.
Inizi a preparati.
Per quanto le prime operazioni siano molto simili a una qualsiasi mattina, il cuore nel petto ti fa sentire la differenza, questa non è una mattina normale!!Oggi si va in moto!!
Per quanto cerchi di rimaner calmo e concentrato;l’energia si fa strada dentro il tuo corpo, nella mente, nei muscoli,nei tendini, quasi a farti tremare.
Ognuno ha il suo meraviglioso rito.
Ogni volta sempre lo stesso.
Maglietta,intimo,calze,pantaloni della tuta,stivali,paraschiena,giacca.
Raggiungi il garage dove fa la nanna il tuo destriero impaziente di portarti sul suo dorso, dovunque tu desideri.
Con molta soddisfazione lo ammiri,l’accarezzi; crei complicità con la tua bella, chiedi che ti voglia bene come tu vuoi a lei,prometti che avrai cura di lei e che tornerete indietro, interi e soddisfatti del tempo passato assieme.
Accendi il motore. Lo Stradivari sotto l’airbox inizia il suo canto. Ogni volta il piacere di quella musica ti entusiasma e ti carica.
Ormai stiamo per partire, quindi tocca una controllata alle zip, agli strap, il casco ed infine i guanti.
Una stupenda armatura che ti avvolge, ti accarezza. Allo stesso tempo c’è qualcosa che non va, che da fastidio, che stringe, che sfrega,...è un must che ti accompagna in ogni giro.
Ci siamo quasi ormai siamo assieme, aspetti che la temperatura si innalzi quel tanto da poter inserire morbidamente la marcia.
In breve raggiungi il punto di ritrovo, dove altri fratelli motociclisti aspettano e dove aspetterai altri; saluti, abbracci. I ringraziamenti per aver accettato di condividere sono la colazione più buona che si possa gustare!
Si discute brevemente per i dettagli del giro ammirando il gregge, scambiandosi consigli e preziosi pareri. Uno sguardo di rito al consumo delle gomme, loro ti parlano, ti raccontano il carattere di ogni guerriero.
Su su, la strada ci attende.
Ordinatamente tutti riempiono i serbatoi delle proprie moto.
La pausa è minima perché l’impazienza d’iniziare la nostra avventura è tanta; altre due chiacchiere, ultima sigaretta, e qualche sorso di liquido anche per i cavalieri e via..
PARTENZA.
Dopo una manciata di Km ormai la città è alle spalle, si aprono le meravigliose viste dei paesetti limitrofi di collina.
Si va piano ma intanto ci si scalda prendendo nuovo feeling con la propria moto.
Nel frattempo ti godi quello che ti sta attorno, i profumi e le variazioni di temperatura che o ti scottano o ti entrano nella tuta regalandoti di tanto in tanto un fresco brivido che ti corre lungo la schiena
L’andatura aumenta e inizia la danza.
La strada ti guida nel ritmo di questa danza a due; è come un ballerino che guida la sua compagna in un tango, in un walzer, un balletto meraviglioso e appassionante dove il profumo e gli occhi della tua lei ti inebriano e tutto il resto scompare.
Perché quando vai in moto, tutto il resto scompare, siete tu, lei, i fratelli, l’ambiente che ti circonda. Il resto non esiste più; è rimasto tutto a casa, ed è li dove deve stare!
In breve ti trovi in posti che in altre occasioni non ci saresti arrivato, non avresti mai visto.
Arriva una strada dove il paesaggio per un momento passa in secondo piano. Il ritmo si alza ancora ed ora ci gustiamo curve veloci.
Anche se impegnati, piegati,distesi a terra, tutti si prodigano per salutare, come in una grande famiglia, fatta di parenti e grandi amici: un segno d’amicizia non manchi mai a scorgere nella moto che stai incrociando, e ovviamente tu fai lo stesso, dispiacendoti magari se ti è scappato un saluto perché eri “distratto” sulla strada.
E’ come un morbido abbraccio ad ogni curva, ad ogni incrocio. E’ davvero stupendo. Il cuore ti si riscalda nel petto. Non si saluta per esser ricambiati, ma per sentirsi parte della famiglia degli eroi quali siamo noi strana e meravigliosa gente. Motociclisti!
A volte quando non sei in sella alla tua compagna, ma dentro il protetto abitacolo della tua auto, vedi un altro fratello passare nella corsia opposta, spontaneamente tireresti fuori il braccio per salutarlo. Mi son dato delle botte sul finestrino chiuso. Altre, se porti a termine il saluto, qualche casco segue l’incrocio, perplesso, chissà cosa si chiedeva; son sicuro che dopo, a casa ha capito che dentro quell’auto c’era un’ altro motociclista con le ali momentaneamente bloccate, tappate che lo voleva onorare. Chi di noi non è rimasto male per non poter salutare un gruppo di motociclisti sopraggiungere nell’altro senso??!!
Anche se la macchina regala molti piaceri ed emozioni, non è la stessa cosa, mi capite vero?!
Dopo un buon pezzo di strada una pausa diventa d’obbligo.
Che sia in un bar per motociclisti, in una piazzola di sosta o a bordo strada, anche da fermi i saluti non mancano mai. Qualcuno si ferma per chiederti se hai bisogno di un aiuto, se ti sei perso o se la moto è in ordine, sia fratelli con altre moto sia automobilisti comprensivi e disponibili.
Andar in moto si sa, è bellissimo, però è faticoso, pericoloso, è facile aver bisogno di un qualcosa che a causa dello spazio limitato a disposizione è rimasta a casa, ma ci si arrangia lo stesso, si combina, si troverà l’aiuto necessario.
Per fortuna la tua risposta è un sorriso e un ringraziamento sentito a tutti quelli che si son mostrati premurosi. GRAZIE
Un caffè, una Cocacola, una buona sigaretta in compagnia, un paio di foto per immortalare l’evento, le prime impressioni sulla giornata, sul giro, sulle moto e ovviamente su di noi, l’atmosfera è sempre molto serena e divertente.
Bene ma il giro deve proseguire, un breve aggiornamento sulla meta,il pranzo, ci fanno pazientare ancora un istante sulla nostra nuova partenza.
Le curve continuano a susseguirsi i profumi dei fiori ormai sono superati da succulenti fragranze di cibo. Ovviamente il pancino reclama, però abbiamo ancora parecchia strada da affrontare prima del meritato premio!
Ancora un pezzo veloce, tecnico, la fame la senti poco in quei momenti, guardi chi ti precede magari per imparare qualcosa dalla sua tecnica, un’ occhiata dietro per vedere se il gruppo resta compatto;siamo tutti assieme, nessuno deve sentirsi da solo!
Un sorpasso azzardato di un fratello ti fa stringere il cuore come se fossi tu a farlo, hai trattenuto il fiato con gli occhi sgranati, ma per fortuna rientra dentro, e il respiro può ritornare normale o “ quasi”…
Ad un certo punto vuoi sorpassare tu o far una curva un po’ più “allegra”, ma una sensazione nel cuore ti dice di restar dietro e aspettare ancora un po’.
Un camion dietro la curva arriva un po’ largo, un Pulman impegna un po’ più si spazio di quello che gli sarebbe necessario invadendo la corsia. Ringrazi quella vocina dentro di te che hai ascoltato. Chissà cosa sarà, la tua coscienza, un angelo, magari uno dei tanti motociclisti che non abbiamo più il piacere di correrci assieme o di incrociare sulla nostra strada.
La ringrazio e un sorriso di tranquillità mi dipinge il viso, avrei potuto rischiare, ma è andata bene!
Le vallate, le campagne e le colline si susseguono incessantemente. Sentire il cambio di vegetazione, di temperatura o di umidità, ti fanno sentire parte integrante di tutti gli ambienti che varchi. Tutti i posti diventano un po’ casa; non c’è malinconia al pensiero che magari non li rivedrai, c’è solo un’infinita poesia a starci in mezzo;solo un grande piacere, un amore, una gioia incondizionata che pochi riescono a provare.
Mi ritrovo spesso, una volta sceso, a pensare a cosa si perde chi non ci capisce, chi la moto non la vive chi della moto ha paura. Quanta vita c’è in tutto ciò!
Ormai senti solo i profumi di buon cibo; inizi a guardare le insegne dei ristoranti. In collina o in campagna lontani dal “mondo” si mangia bene!!!!!
Finalmente il tanto agognato ristorante fa capolino tra le case dell’ennesimo splendido paesetto, oppure un rifugio tra un paio di piccoli edifici immersi nel bosco dove l’aria pulita ti riempie il petto. Una volta sceso e tolto il casco, a pieni polmoni inspiri quella fresca e deliziosa, che purtroppo nelle città ci siamo disabituati a sentire.
Le note dei discorsi son sempre sulla stessa lunghezza d’onda, il giro, le moto, i compagni,i posti, gli errori, i numeri,i rischi, perplessità e momenti stupendi.
L’agitazione inizia a lasciar il suo morso lasciando posto a quello della fame, si sa, l’aria aperta apre lo stomaco, no?!
Ci si accoccola attorno ad un bel tavolo nel ristorante designato; la genuinità delle pietanze proposte si apprezzano già dall’ odore del cibo che i succulenti e golosi piatti emanano in braccio ai camerieri intenti a servire altri motociclisti e viaggiatori.
Il volume dell’attrezzatura da riporre è davvero notevole. Giubbotti, paraschiena, guanti, caschi occupano uno spazio incredibile.
In questi posti sono tutti cordiali, sono abituati a noi, molti di loro sono come noi. La gentilezza e l’empatia sono sempre di casa: sarà per la faccia, stanca, tesa, quasi sconvolta, ma inevitabilmente splendente di un sorriso genuino, che ogni pilota sfodera quando toglie il suo casco.
Chi di noi una volta a casa non lo racconta con l’occhio brillante?
Tra risate, deliziosi sapori, 2 birre e qualche caffè il pranzo viene gustato con calma, il tempo speso, è assolutamente meritato, nessuno lo può rubare.
Siamo in moto..è sempre così, lo deve essere sempre! Ovvio qualche volta non si riesce, però quello è il must, quello a cui ogni motociclista ambisce. La fretta deve rimanere a casa con tutto il resto!
Anche se la fame è tanta, ci si rimpinza raramente, c’è il ritorno da fare; bisogna esser soddisfatti ma leggeri, altrimenti chi la chiude la tuta???!!!
A volte il tempo cambia rapidamente; a volte si ritorna a casa ancora più accaldati dell’andata, dove il ritmo è ancora più incalzante la grinta è ancora più alta!
Altre però un po’ di pioggia ci fa trattenere sotto la tettoia del ristorante, a fumar ancora una sigaretta, a guardare il panorama, guardi automobili e la gente che passa in macchina o in moto.
Una volta rasserenato, dopo una pulita alle visiere, ci si incammina tranquillamente; solita vestizione, soliti rombi che ogni volta emozionano.
Ora è il momento di aprire il gas.
La prima staccata, il muso della moto pesa sulle forcelle che affondano, il busto è dritto e sui polsi arrivano diversi chili. Il piede scala le marce necessarie per aver la miglior trazione in percorrenza e per un’uscita più fulminea, a fionda. Il culo della moto si alleggerisce a volte si alza, a volte ti culla in un dolce saltellamento della ruota posteriore, che dà la prima botta d’adrenalina. Ci si sistema sulla sella per affrontar la curva; il ginocchio proteso verso l’esterno va alla ricerca del contatto con l’asfalto.
La soddisfazione a raggiungere il terzo appoggio, di aver lambito contro la rugosità del catrame, di aver lisciato la saponetta; gli Slider son fatti per esser consumati no?! Quindi crepi l’avarizia e giù in terra!!!
Ti trovi disteso appeso ai semimanubri e alle pedaline; chi ha visto L’Attimo Fuggente, l’altro punto di vista, quello obliquo, vicino all’asfalto, bellissimo, intenso; lo trattieni scorrendo fino a quando l’uscita della curva di apre davanti.
BAAMMM, gas a tamburo, ti nascondi dietro il cupolino tirandoti su, facendoti piccolo dietro il serbatoio; il cambio di marcia spesso è una buona scusa per l’ultima sistemata.
L’uscita è una fucilata, pronti per una altra curva: staccata, ginocchio, gas e uscita: staccata, ginocchio, gas e uscita. Qualche volta ti prepari già per un curvone a destra, ma hai una prima a sinistra, un cambio veloce dove stai in carena comunque, o sei già un pelo fuori dalla parte opposta al curvone, alla fine è sempre un'altra bellissima e stupenda curva,e una ancora e ancora e una ancora di nuovo ancora,ancora.
Gli unici intervalli sono gli inutili rettilinei, superflua pausa …
Dopo qualche chilometro però si avvicina un paese che segna la fine della tirata, non vogliamo che nessuno prenda paura al nostro passaggio, non vogliamo che la gente ci indichi come delinquenti; rischiamo la vita è vero, ma quanta vita c’è in un solo giorno, in un solo giro? Non facciamo del male a nessuno, abbiamo solo le vene che ci scoppiano per quanto ci sentiamo vivi e liberi in quel momento.
Ormai la danza tranquilla della moto ci riaccompagna in città
La stanchezza, la soddisfazione, la ricchezza che ci si porta dentro, ci accompagna ancora un poco.
Gli ultimi semafori ci fanno cenno che ormai il nostro giro è volto al termine. Ci si ferma nuovamente al distributore, per rifornir i destrieri prima di entrar in città. Giorni, invece si ritorna direttamente in città, ma ci si ferma sempre un po’: l’ultimo abbraccio, l’ultima stretta di mano, l’ultima sigaretta assieme, l’ultima risata prima che le belle ritornino protette dentro ai loro garage, ai loro rifugi.
Salutati i fratelli motociclisti è il momento di dedicarsi a lei, alla nostra compagna almeno per un istante. Chi la lava con una morbida carezza, dove la mano accompagna le sinuose linee del suo vestito: carbonio, plastica,vetroresina, metallo che sia, dipende dalle parti del suo corpo che sfioriamo, sempre però con la stessa delicatezza, con la stessa cura, come se tra le nostre mani ci fosse una stupenda donna di cui siamo innamorati perdutamente .
Un ingrassata alla catena, una vista compiaciuta alle gomme che puntualmente presentano i riccioletti; la soddisfazione è massima a veder che il bordo è più mangiato del centro e che il pneumatico è tutto consumato, tutto dal centro fino alle estremità.
Con un sorriso richiudo la porta del garage il giro è finito..
Ora a casa, anche se ci togliamo le vesti, il cuore è denso di gioia, pieno della ricchezza della sensazione di appartenere a questo gruppo di meravigliose e strane persone follemente innamorate che siamo…..

…motociclisti…..