Appuntamento ore 9.00 all'obelisco dell'Eur.
Arrivo a cavallo della Greggmobil e là già trovo Pengo, Rust, Nives, Desmowalk, il mitico Massimo e la simpaticissima Barbara, alias Scorza.
Facce assonnate causa la serata, o meglio, la nottata passata al VinoForum, ma comunque pronti a partire subito dopo l'arrivo di Fax e Sara.
Doverosa prima tappa sia per la colazione che per attendere quel pazzo di Blast (accompagnato dalla dolcissima Noemi) e quell'altre scalmanate delle "colleghe" di Scorza.... quest'ultima allieterà l'attesa con un suggestivo (...) numero di alta magia e tanti bei palloncini.
E' ora, si parte, direzione Valmontone.
Al casello ci attendono Shoma, Francy, Sensei e Monique mentre, nonostante lo svalvolamento del navigatore di zio DesmoBike, il buon Andrea ci aspetta già al parcheggio di fronte la Casa.
Si comincia subito subito a scaricare il furgone di Fabiano, anche perché il tempo non prometteva niente di buono.
Entrati nel giardino le sorelle ci salutano amorevolmente e i piccoli impazziscono alla vista dei clown e di tutti quei scatoloni.
Si parte con la fase del montaggio.
Tutto procede... diciamo bene... oddio io e Blast abbiamo non qualche problema per capire come si monta il tabellone da pallacanestro ma alla fine, tutti armati di pazienza e spinti da quegli occhietti felici che ci guardavano, montiamo uno scivolo, una casetta, due dondoli, un'altalena, un campetto da pallavolo e il tabellone da basket... più fresbee, palle, palline, birilli, moto ecc ecc il tutto rallegrato da quella pazza banda di clown che stava con noi :D
Li vediamo un pò giocare... ok, va bene abbiamo giocato pure noi... poi il tempo ci ha costretti ad entrare in casa. La casa è grande e accogliente, ristrutturata e riarredata nel 2000 grazie alla gente di Valmontone, ma non può ospitare più di 7 bambini. Nonostante questo le brave sorelle ne hanno fatti adottare già una 40ina.
Dopo il caffé gentilmente offertoci continuiamo ad interagire con i piccoli e, tra una lacrimuccia e un'altra, il tempo scorre piacevolmente ma ahimé troppo velocemente. Dobbiamo lasciarli.
Salutiamo e abbracciamo tutte le gentili sorelle con la promessa di un prossimo incontro e lasciamo la casa famiglia.
Foto di rito, risate, qualche sigaretta e si torna indietro.
La mia esperienza personale:
all'interno della casa famiglia sono uno dei tanti che si sofferma in cucina a parlare con una suora intenta a dare la pappina a Francesca, una dolcissima e bellissima bimba di 23 mesi, lì con loro da quando ne aveva 6. Inizio a far giocare la piccola, facilitando anche la suora, con un libro che Checca aveva tra le mani... niente, il solito, faccio il buffone, la faccio ridere, le faccio ripetere parole, cose che faccio di solito a casa col mio nanetto, sino al momento in cui mi giro per scambiare due chiacchere con gli altri, togliendo l'attenzione a Checca. A quel punto sento una manina che tocca la mia e una vocina che fa "papà".... mi giro di scatto, rimaniamo tutti senza parole, guardiamo prima Checca e poi la suora.
La piccolina inizia a ridere, io mi squaglio, la lacrimuccia scende e la suora a quel punto mi dice: "si si hai capito bene, ma tranquillo è normale, di tanto in tanto lo fa, sai, la mamma l'ha abbandonata da piccolina e lei il papà non lo ha mai visto".
E ora rispondete a questa mia domanda: cosa è veramente il coraggio?